Il 12 e 13 novembre con Trilly siamo riusciti finalmente a trovare un buco libero per fare una bella salita insieme.
La scelta è rapida: non torno a Presles dal 2017, le condizione in montagna non sono ancora interessanti, la neve non è ancora arrivata. Quindi perché non organizzare una bella avventura con bivacco in parete nel settore del Triangle de Choranche?
Questo settore, alto circa 300 metri, è completamente strapiombante e quindi indicato in caso di pioggia: rimane sempre asciutto.
Due sono gli accessi possibili:
dall'alto (passando dal Charmeil, presso il gite "entre les pierres" del buon Bernard Gravier), che però richiede la discesa della ripida ed esposta Rampe de Choranche. Circa 1h30?
Dal basso, parcheggiando un po' dopo dalla Cabane Café, nei pressi di un masso a destra. Il sentiero parte qualche decina di metro a valle e sale dritto per dritto fino alla parete, con l'aiuto di qualche corda fissa. 20 minuti in condizioni normali.
Molte vie prevalentemente di artificiale la percorrono, ed è uno spot utilizzato dai base jumpers per saltare e fare le loro evoluzioni. Tute alari, parapendii.. tutti i tipi di sautabialere. Ci diremo spesso "ma questi sono completamente panati". Chissà cosa pensano loro di noi, appesi per due giorni su una parete!
Due giorni prima preparo il saccone, la patata, il porco, il maiale... un bel sacco da big wall da 140 litri. Materiale da arrampicata, le corde, materassini e sacchi a pelo per il bivacco, cibo, una quindicina di litri d'acqua: preparativi per l'assalto!
Con il peso, e il fatto che sbaglierò traccia di sentiero (...), impiegherò un'ora abbondante a salire, lottando tra gli arbusti.., nel buio.. dura, ma la prima fatica è fatta.
Quindi due giorni dopo Trilly arriva a Grenoble, si dorme qui, alle 5 sveglia e partiamo! Anche se siamo "scarichi" grazie al trasporto dei giorni precedenti, decidiamo di usare due auto: una al parcheggio alto, e una al parcheggio basso.
La salita alla parete (dal sentiero giusto) non ci pone alcun problema e in 20 minuti raggiungiamo l'attacco.
Fortunatamente il materiale è in ordine e non è stato toccato.
Rapidi (...) preparativi e si parte per il primo tiro. Due spit nel diedrone principale, poi si traversa a sinistra, si passa in arbusti e si giunge a una sosta alla base del secondo tiro. Consiglio le scarpette.
Il secondo tiro fa una bella selezione! Tutto in traverso verso sinistra, giunti a uno spit, un passo duro in libera o un pendolo a sinistra.. poi ancora bello lungo. Tiro filtro!
Il saccone parte verso sinistra, e anche il povero secondo che risale la corda tutto in traverso...
Per il secondo tiro concateniamo con il terzo e raggiungiamo una cengetta (bivacco possibile). Quasi quattro ore per due tiri!
Terzo tiro più semplice, riprendiamo un po' i meccanismi, siamo più efficaci nelle risalite e nell'uso delle due staffe, capiamo che il ropeman funziona meglio del gingillo petzl. Quindi pensiamo bene di rompere il cavetto d'acciaio del ropeman. Un grande incastro di saccone nell'albero, che ci svuota...
Il quarto tiro è mega estetico, fessura che si segue...
Le soste hanno molti punti, comode per separare l'area saccone, l'area sosta, stoccare le due corde. Non tutti i punti sono omologati!
Poi fessura di cui si segue la faccia sinistra, accendiamo la lampada frontale, scende il buio, ma l'itinerario si segue bene. Molte placchette, probabilmente questo tiro in primavera rimane bagnato a lungo.
Non abbiamo scelta, il posto da bivacco è in alto, bisogna continuare anche col buio!
Il saccone penzola nel buio, si risale alla ceca. Ancora un tiro, a metà si traversa a sinistra, e si raggiunge la cengia del bivacco, l'ultima prima degli strapiombi finali.
Sono le 9, un po' tardino.. Sistemiamo la roba, prepariamo l'ottima e abbondante cena. Si dorme legati sull'orlo del baratro.
La notte passa bene, al risveglio ci sono 12 gradi. Partiamo col buio e con le scarpette, il tiro dal bivacco è ancora lunghetto! Si ricomincia con le operazioni di routine: blocco corda, saccone, issiamo..
Poi il tiro più bello. Partenza facile in libera su scaglia, e poi via sulla volta. Tiro lungo che ci fa usare un sacco di materiale!
Le luci del mattino ci offrono una bella emozione, annusiamo il profumo dell'uscita.
Il tiro è lunghissimo, ma ormai siamo caldi.
Poi ancora due tiri, molto tecnologici con molte placchette superano placche in calcite.
Qualcuno intanto ha fatto cadere la comoda selletta!
Si va verso destra per passare l'ultimo immenso grande tetto.
Uniamo (per errore) gli ultimi due tiri, facendo un tiro di 68 metri? (Conviene sostare su spit sotto al tettone).
E si esce: in cima al pilastro, al di sotto i 300 metri scalati con fatica e con il nostro amato saccone
Poi saliamo verticalmente con facili passi di arrampicata e tratti su sfasciumi e in breve raggiungiamo le corde fisse della rampa di Choranche. Col saccone nom è uno scherzo, usciamo in conserva corta. Ancora una risalitina, un po' di skilift, verdi campi, e siamo all'auto.
Note tecniche:
Sebbene la via sia molto attrezzata e abbia "solo" una gradazione TD+, la via è impegnativa e lunga, costantemente strapiombante. Materiale: 35 rinvii, una serie di friend fino al 4 (usato varie volte), nut e micro, una decina di chiodi (lame), due staffe e longe e fiffi, scarpette utili nei primi due tiri.
Un leggero ritocco di riattrezzatura fino agli ultimi 3 tiri.
Qualcuno la fa in giornata, ma è dura. La via è stata liberata con difficoltà fino all'8a+ (anche se mi chiedo chi abbia gradato i tiri finali).
Ottimo che non necessiti di portaledge.
Bivacchi comodi alla cengia a fine secondo tiro, e a metà del sesto tiro.
Un pensiero ai primi apritori Chapuis e Bruno Fara, la banda di Lione, 7 giorni one-push, impressionante quanto abbiano spinto nel 1977 (forando tutto a mano!)
Relazione:
Diedrone con due spit, poi traverso a sinistra (cordini visibili). Si raggiunge un piccolo canalino che porta alla prima sosta (3 chiodi buoni). 4b poi A2.
Si parte in libera fino a una clessidra. Salire in artificiale fino a uno spit da 8, traverso a sinistra per raggiungere le altre protezioni. Non fermarsi alla prima sosta a spit ma continuare in una fessura. Sosta su cengia. A2 poi A1.
A qualche passo in libera per passare l'albero. Attenzione a non farci incastrare il saccone. A2.
Dritto al di sopra nel diedro, risalire tutta la fessur Sosta su 2 spit.
Salire la fessura alla faccia sinistra del diedro (molti spit). Sosta su 2 spit.
Salire a destra dell'albero, poi fessura al di sopra. Larga fessura, salire fino a traverso verso destra per raggiungere la cengia da bivacco (per 2 persone).
Ritraverso orizzontale a sinistra, e salire più facilmente (scarpette utili). Sosta su buona cengetta.
Verso sinistra su scaglia 4b, poi dritto nello strapiombo, molto attrezzato. Sosta su cengia.
Lunghezza tutta attrezzata, verso la sinistra alla fine, fittoni antichi e placchette e sosta su piccolo gradino.
Verso destra, passo sprotetto, poi traversata sotto al tetto. Sosta su spit dove si incrocia Khaos (la via che attraversa il tetto).
A destra fino a cengia (sosta con due spit).
Poi salire dritto 30 metri per raggiungere corde fisse che riportano su rampa. Risalire per andare verso il Charmeil (oppure, sconsigliato con saccone, scendere la Rampa). Link consigliati per informazioni:
Blog lepetitgrimpeur Ottimo schizzo sulla guida cartacea di Presles.
Grazie al collega Florent Barbier per le informazioni! Poche ma buone
Ps se qualcuno trovasse la selletta, è la mia.. sono già tornato a cercarla alla base per percorrere la bella via in libera "Vertiges de l'amour", ma non l'ho trovata.
E se vi interessa percorrere una di queste pareti, o iniziare ad imparare qualche trucchetto dell'affascinante arrampicata artificiale, non esitate a contattarci !
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